venerdì 16 settembre 2011

La collana Zoo di :duepunti edizioni

Librobreve intervista #4
Storie di collane micro #3

:duepunti sul divano: da sinistra Roberto Speziale, Andrea L. Carbone, Giuseppe Schifani

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Visto che l'occasione lo consente, unisco in questo post intervista e monografia di una collana "micro". La casa editrice in questione è una di quelle che, a mio avviso, meritano maggiore attenzione nel panorama degli ultimi anni. La collana di cui parliamo nell'intervista è "Zoo ||| Scritture animali", un contenitore inaugurato quasi per caso nel 2010 che si presenta come un espediente editoriale per affrontare temi assai lontani dall'intrattenimento (il nome "Zoo" potrebbe erroneamente trarre in inganno qualcuno) bensì centrali, fondanti e intramontabili.
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LB: Ho sempre trovato nelle “scritture animali” un parametro forse ingenuo ma efficace per “sentire” la bravura di uno scrittore. Per questo la collana Zoo mi è parsa subito un’idea notevole. Ci può spiegare come è nata e quali sono state le riflessioni editoriali che ne hanno accompagnato il lancio?
RISPOSTA: Se alla sua considerazione uniamo il grande potere di fascinazione che gli animali indubbiamente posseggono, avremo le due coordinate su cui si muove la collana. A questo si aggiunga come nella storia della letteratura il riferimento al mondo animale come pura suggestione, se non come allegoria di qualità dell’animo umano che sono in grado di realizzare all’interno di una storia un metalivello di senso che ha molto a che vedere con le origini del mito.
La nascita del progetto di zoo|||scritture animali (che già nella grafia del suo nome propone i limiti di una gabbia) risale al maggio 2008 e all’incontro con Dario Voltolini, avvenuto in occasione del Salone del Libro di Torino e mediato da un ex compagno di scuola, che altri non è che Giorgio Vasta. Dario che ci conosceva per aver letto l’inqualificabile storia del xx secolo di Ourednik (Europeana, :duepunti 2005) in quell’incontro ci propose di pubblicare il suo Fabio, un racconto lungo, o se vogliamo romanzo breve, ispirato da un ragno, la Tegenaria Parietina. Fummo lusingati dall’offerta, tuttavia non avevamo una collana di autori italiani che potesse accogliere in uno spazio letterario coerente quel testo. Da lì l’idea di creare una collana che muovendo proprio da quell’esempio costituisse un unicum editoriale ospitando testi che rispondono a un preciso concept tematico. Naturalmente per dirigere il progetto abbiamo coinvolto Vasta e Voltolini.

LB: Come funziona la collana? Si pubblica su invito e ci sono testi che sono in un certo qual modo commissionati?
RISPOSTA: Sono i due direttori a proporre i nomi degli autori. Capita poi che un autore abbia nel cassetto un testo che ben si adatta ai temi della collana, ovvero – come nella maggior parte dei casi – è proprio la voglia di confrontarsi con il concept che spinge l’autore nel mettere alla prova la propria scrittura e “catturare” – in termini letterari – l’animale prescelto.
LB: Pensate di ripubblicare “scritture animali” di autori del passato, testi magari fuori catalogo e usciti dai circuiti che meritano di essere riproposti in chiave aggiornata?
RISPOSTA: Era una delle idee iniziali. Al momento non abbiamo in programma un testo con queste caratteristiche, ma non lo escludiamo per il futuro, anche  per scandire il corso delle pubblicazioni.

LB: Mi interessano molto i nomi delle collane. Zoo è chiaro, breve, facile. È un nome che dice quello che non va bene oggi nel mondo animale? 
RISPOSTA: Lo zoo è anche un contenitore e insieme una costrizione. In termini editoriali la collana è il contenitore per antonomasia, mentre la costrizione è nell’estensione che imposta agli autori per i loro testi che, se da un lato è un limite è anche una prova nel dosare il ritmo narrativo ibrido tra romanzo e racconto.
LB: Veniamo infine al progetto grafico, fiore all’occhiello della collana. Ci racconta come è nato? L’unico aspetto che non mi sarei aspettato è un sapore un po’ troppo “Isbn” delle copertine. Perché la scelta del barcode in copertina? Forse perché ricorda le sbarre degli animali allo... Zoo?
RISPOSTA: Per le caratteristiche e la natura porosa della carta scelta per la copertina non potevamo ipotizzare forme grafiche complesse. Abbiamo quindi pensato di trasformare questo limite in un punto di forza nonché elemento di riconoscibilità per la collana: contorni netti, forme stilizzate, lettering essenziale, colori piatti in una bicromia che si esalta grazie alla grana e alle fibre naturali della carta. Infine il codice EAN che crea l’effetto di una gabbia che racchiude solo parzialmente la silhouette dell’animale, così come l’editoria non può ridursi a solo marketing.

LB: Quali sono state le prime reazioni ai titoli già pubblicati?
RISPOSTA: Non esisteva prima d’ora una collana che avesse un concept così tanto definito, sia dai temi che dallo stile, mentre i libri ultra-tascabili sono un frammento di mercato ormai ben definito. Si pensi ai Millelire di Stampa Alternativa, ai Sassi di nottetempo o ai libri di Mille et une nuits in Francia. Benché il formato sia piccolo abbiamo tenuto a realizzare libri di alta qualità. Forme eleganti: l’impaginato mima il canone dei manoscritti medievali. Materiali ricercati: la carta della copertina è prodotta artigianalmente a partire dallo sterco di elefante all’interno di un progetto di tutela di questi animali in Sri Lanka. Eco-sostenibilità: oltre all’origine della carta di copertina, le carte usate per l’interno dei libri sono certificate FSC e gli inchiostri a base di oli vegetali e materie prime naturali rinnovabili. Tutti elementi che insieme al calibro degli autori coinvolti fanno della collana zoo|||scritture animali un vero e proprio oggetto da collezione.

Ecco allora una lista con i primi titoli della collana:
1. GIUSEPPE GENNA, Discorso fatto agli uomini dalla specie impermanente dei cammelli polari, 2010.
2. DAVIDE ENIA, Mio padre non ha mai avuto un cane, 2010.
3. MARIO GIORGI, Alter E (un fagiano), 2010.
4. GIULIO MOZZI, La stanza degli animali, 2010.
5. NICOLA LAGIOIA, Fine della violenza, 2010.
6. CARLO D’AMICIS, Il grande cacciatore, 2011.
7. MATTEO B. BIANCHI, Gatta gatta, 2011.
8. GIORGIO FALCO, La compagnia del corpo, 2011.

Per concludere ecco un paio di collegamenti: è interessante ascoltare quello che dice Roberto Speziale in tema di editoria sostenibile nella puntata del 4 luglio 2011 di Fahreneit a questo link e leggere l'intervista a uno dei curatori, Giorgio Vasta, su Nazione Indiana (qui il link).

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