sabato 29 luglio 2017

"Guerra" di Ludwig Renn

Leggere una grande guerra #25
 
"Leggere una grande guerra" intende essere il breve spazio in cui segnalo dei libri sulla Prima guerra mondiale. Il quinquennio 2014-18 coincide con un lungo periodo di celebrazioni, commemorazioni ed eventi a livello internazionale. Segnalare semplicemente dei titoli di libri, brevi o meno brevi, passati o attuali, reperibili o non reperibili, italiani o stranieri, può essere un buon antidoto contro le fanfare e i tromboni che stanno pericolosamente giungendo un po' da ogni parte. Le segnalazioni saranno sintetiche, poco più di una scheda bibliografica. (In coordinamento con World War I Bridges).


L'Orma editore ovviamente non pubblica solo i libri di Annie Ernaux (ho espresso qualche discutibile perplessità su uno di questi intitolato Il posto, qui in caso), ma anche altri titoli che, secondo me, costituiscono letture più interessanti di quelle di Ernaux. Abbastanza fresco di stampa è ad esempio Guerra di Ludwig Renn (pp. 320, euro 18), riproposto nella traduzione dal tedesco di Paolo Monelli, che per primo, a un anno dall'uscita in lingua originale col titolo Krieg, lo tradusse per Fratelli Treves nel 1929 (il titolo allora prevedeva l'articolo ed era La guerra, rimando immediato per l'epoca a quella guerra che si era conclusa dieci anni prima). Il genere è quello controverso e difficile della memorialistica, la localizzazione è ancora una volta la più celebre e battuta, vale a dire il fronte franco-tedesco. La nota conclusiva del volume cerca di spiegare perché si sia scelto di riproporre una traduzione del 1929 e non di procedere a una nuova traduzione dell'opera. Al di là dell'evidente risparmio, di tempo e suppongo anche in termini meramente economici, c'è da dire che questa scelta rappresenta una precisa operazione di indirizzo: da un lato si propone Monelli assieme a Renn, cioè si compie un'azione che ha un certo sapore (soprattutto se si pensa a Le scarpe al sole. Cronaca di gaie e di tristi avventure di alpini di muli e di vino, libro di Monelli, titolo fra i più noti tra quanto uscito dall'esperienza italiana della Grande guerra); dall'altro lato si mostra un caso singolarissimo di traduzione rimasta giovane dopo quasi novant'anni e il fatto è strabiliante, perché tutti sanno che le traduzioni invecchiano presto. La lingua e il lessico che Monelli ha saputo ricreare non sono invecchiati anche grazie all'abilità che proveniva dalla sua professione di giornalista? O forse è anche il libro di partenza che ha reso possibile questo prodigio? Il libro è emblematicamente diviso in tre sezioni che rimandano ad altrettanti momenti topici e tipici dell'immaginario della Prima guerra mondiale, che ritroviamo in quasi ogni opera, letteraria o anche filmica, dalla guerra innescata: "L'avanzata", "La guerra di posizione" e "Lo sfacelo". Per chi cerca un libro di "fatti e percezioni", come ricordava Monelli stesso, "senza nemmeno il nesso causale fra le sensazioni annotate", questo è un titolo sulla Grande guerra da tenere in considerazione (non capita spesso in quest'arco di tempo fatidico e viziato del centenario).

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