lunedì 8 agosto 2016

"L'arte di nuotare. Meditazioni sul nuoto." Sette domande a Carola Barbero

Librobreve intervista #69


Recentemente ho intercettato il breve libro L'arte di nuotare. Meditazioni sul nuoto della studiosa di filosofia del linguaggio Carola Barbero (Il melangolo, pp. 123, euro 8) e ho deciso di rivolgere all'autrice queste domande, in pieno clima olimpico (e si sa che l'acqua fa subito la parte del leone all'avvio dei giochi). Si è parlato di nuoto in questo blog nel caso recente del post dedicato a Oliver Sacks e del suo desiderio di nuotare per almeno un chilometro e mezzo al giorno anche dopo gli ottant'anni. Tuttavia è da tempo che volevo provare a occuparmi di nuoto, sin dai tempi della lettura de La resistenza del nuotatore di Sebastiano Nata, e volevo farlo in un post più specifico. Ringrazio l'intervistata, colta tra l'altro in un pieno periodo natatorio...

LB: Ci può dire come le è venuta l'idea di questo breve libro che medita sul nuoto?
R: Ho sempre nuotato con grande passione, liberandomi di tutto e tutti una vasca dopo l’altra. Quando nuoto penso sempre molto, ma fino a qualche anno fa non credevo che le mie meditazioni meritassero di essere condivise. Poi un giorno, parlando con un’amica in un caffè di Milano, ho capito che forse mi sbagliavo. Così, quel giorno, sul treno per tornare a Torino, ho preso la mia Moleskine nera e ho cominciato a scrivere all’asciutto di quei miei pensieri che sempre mi accompagnano quando sono orizzontale e immersa nell’acqua.

LB: Pensando ai libri che trattano da un punto di vista storico-filosofico e meditativo il nuoto, non si può che tornare a quello di Charles Sprawson (L'ombra del massaggiatore nero). Potrebbe dire del suo rapporto con quel libro e di altri testi altrettanto importanti e magari meno noti?
R: L'ombra del massaggiatore nero è un libro molto bello e pieno di aneddoti. Ho letto anche Nuotare. Perché amiamo l’acqua di L. Sherr e alcuni libri scritti da nuotatori. Sulla filosofia dello sport ho letto un libro di H. Reid e uno di D. Hyland. Ma i testi più belli che ho letto sul nuoto erano romanzi, racconti, poesie e canzoni. Da D. Modugno a J. Prévert, da D. Lessing a R. Sampedro, da F. Scott Fitzgerald ad A. Merini.


Francis e Zelda Fitzgerald
LB: In forme più sparpagliate, esistono dei libri che per lei rimangono capitali come meditazione sulla pratica natatoria?
R: Nel senso in cui il nuoto mi interessa, quindi non come semplice sport ma come pratica che consente di riflettere su diversi aspetti dell’esistenza, I nuotatori di F. Scott Fitzgerald e Il nuotatore di J. Cheever.

LB: E muovendoci ad altre forme d'espressione (film, arti figurative, musica) chi ha meditato e lasciato un segno mirabile di riflessione sul nuoto? 
R: Lo spettacolo del 1907 di Annette Kellerman a New York in cui, immersa in una piscina di vetro, si esibisce in un balletto acquatico. E’ una meraviglia liquida. Un film italiano molto bello sul nuoto che si sofferma sul rapporto nuoto-libertà-amore è Giulia non esce la sera di G. Piccioni e un altro molto interessante sul coraggio e sulla forza di chi lotta per un obiettivo è Pride di S. Gonera.

LB: Sta guardando le Olimpiadi e le gare di nuoto in particolare? Che cosa le passa per la mente?
R: Certamente! Guardo nuoto, tuffi e nuoto sincronizzato. Non penso, nuoto insieme a loro, trattengo il fiato durante la gara con il cuore in gola, piango per le vittorie e verso lacrime amare per la sconfitte. 

LB: E lei? Qual è stata la più bella nuotata e dove (se può dirlo)? Ha uno stile preferito?
R: Io nuoto per passione e per vizio. Le mie nuotate più belle sono tante, tantissime. Adesso che sono in Sicilia, a Capo D’Orlando, amo nuotare andando alla ricerca dei vari scogli nascosti in mezzo al mare. Quando arrivo in spiaggia mi svesto più in fretta possibile, entro in acqua e nuoto, poi solo quando non ho più forza e fiato mi fermo un momento e mi volto indietro a guardare la spiaggia da lontano. Il mio stile preferito è il crawl, lo stile libero. Ma anche il dorso mi piace, soprattutto quando ho bisogno di guardare il cielo e riappacificarmi con il mondo.

LB: Potrebbe concludere con una citazione per lei significativa, una sorta di punto di partenza interessante per qualsiasi nuova meditazione sul nuoto? Grazie.
“Il nuotatore guarda il suo futuro”. E’ l’incipit de Nuotatori di J. Pérez Azaustre. Ci ricorda che nel nuoto, come nella vita, c’è una voce interiore che ci dice “dài, dài”, che ci spinge ad andare avanti e arrivare al bordo o alla mèta. Tutto sta a riuscire a sentirla.

2 commenti:

  1. Un gran bel libro sul nuoto è "Diario d'acqua. Viaggio a nuoto attraverso la Gran Bretagna" di Roger Deakin.

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