mercoledì 10 dicembre 2014

Ryūnosuke Akutagawa: haiku e scritti scelti

L'editoria italiana non ha dato storicamente costante attenzione allo haiku. Questo fatto è singolare oppure banale. Voglio dire che si può provare a spiegare attraverso più strade: possiamo tirare in ballo il rapporto dell'editoria italiana con la poesia e con le forme brevi in particolar modo, possiamo contemplare il rapporto più generale con la letteratura del Giappone oppure possiamo provare a spiegarlo in cento altri modi. Ma in fondo, non è questo che ci interessa, tanto più se ci accingiamo a parlare di un editore che invece va controtendenza. Sicuramente in passato ci sono state delle pubblicazioni significative, dall'Oscar Mondadori curato da Elena Dal Pra all'ancor più significativa silloge di Longanesi (e poi Guanda) introdotta da un mirabile saggio di Andrea Zanzotto (ricordato anche qui, in occasione della recensione di un volume di Kuki Shūzō) intitolata semplicemente Cento haiku e curata da Irene Iarocci.

Akutagawa (1892 - 1927)
Il volume di Ryūnosuke Akutagawa intitolato Haiku e scritti scelti pubblicato da La Vita Felice (pp. 108, euro 10, a cura di Lorenzo Marinucci) va ad aggiungersi ad una ormai lunga serie di libri di haiku e poesia giapponese inanellata dall'editore milanese, che in questo mostra di colmare una lacuna o perlomeno una disattenzione del resto del panorama. Il lettore vi troverà una settantina di haiku di Akutagawa tradotti da Marinucci e con testo a fronte, ma anche dei preziosi contributi teorici, un ricordo di Bashō, materiale appunto sceltissimo per addentrarci nella scrittura di questo poeta fortemente legato anche alla storia del cinema attraverso più nodi (e qui, per iniziare, basti ricordare il bellissimo Rashōmon di Kurosawa).

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