mercoledì 12 dicembre 2012

"La poesia del giovedì" all'Osteria da Filo: Roberto Cescon

Inizia domani la rassegna "La poesia del giovedì" curata da Maddalena Lotter e Giulia Rusconi. Con cadenza quindicinale l'Osteria da Filo (ex Poppa) a Venezia (Santa Croce 1539, Campo San Giacomo dall'Orio) ospiterà le voci dei poeti invitati dalle curatrici. Visto che non di rado i poeti leggeranno dai lori libri brevi, Librobreve dà un piccolo contributo nella comunicazione e nella promozione della rassegna ricordando, in prossimità di ogni appuntamento, il poeta invitato con una breve nota e soprattutto con alcune poesie.


Giovedì 13 dicembre 2012
Osteria da Filo, Venezia, h. 19:00
Presentazione e reading di Roberto Cescon
Alla tromba: Duccio De Rossi
info: portalepoesie@gmail.com


Roberto Cescon è nato nel 1978 a Pordenone, dove vive e insegna. Ha pubblicato “Vicinolontano” (Campanotto, 2000) e il saggio “Il polittico della memoria. Aspetti macrotestuali sulla poesia di Franco Buffoni” (Pieraldo, 2005). Partecipa come organizzatore a Pordenonelegge.it e alla festa di poesia di Pordenone. Suoi racconti sono apparsi nell’antologia “Scontrini” (Baldini&Castoldi, 2004), nella rivista “Tina” e su www.ombelicale.it. Il suo volume edito da Samuele Editore nel 2010, “La gravità della soglia” (collana Scilla n°8), è prefato da Maurizio Cucchi e recensito per il Corriere della Sera da Ottavio Rossani.













Due poesie di Roberto Cescon (uscite su "Atelier")


LA DIREZIONE DELLE COSE


La mano sulla sveglia ferma la notte
nel tempo che ancora ci prendiamo.
La tapparella taglia i contorni.
L’acqua nel termosifone è l’inizio
del giorno, le cose da fare.
Se dico ciabatte, armadio, servomuto,
so come arrivare alla porta.

La direzione delle cose è nelle parole
che dico, ma esiste prima.
Quando ci colpisce, cerchiamo parole
per dirla, ma spesso non bastano.

Forse nel buio le cose
hanno una loro intelligenza
perché sono più di quello che siamo.



AMARO CON GHIACCIO


Vorrei invecchiare con questa tavolata
sabato in pizzeria, perché
siamo come sulla stessa autostrada,
ci fermiamo in autogrill diversi,
prendiamo le stesse cose, a volte no.
Non mi occorrono altre persone,
perché conoscersi è annusarsi
per non graffiarsi subito.

Parliamo di calcio, stipendi, colleghi,
dove mangiare la prossima volta,
la politica se siamo d’accordo.
Certi discorsi ormai si ripetono
perché guardiamo gli stessi tg.

Si ricordano gli anni dalle merendine
o dai cartoni, a volte esagerando.

Ognuno tiene le altre cose per sé.

Nelle loro vite c’è la direzione della mia.
Siamo diventati i mocassini
e il bagagliaio capiente
per il passeggino della Stokke.
Qualcuno vuol fare l’orto,
però non le vacanze in agenzia.
Nessuno dice mai cosa sta leggendo.
Nessuno dice cos’è fare l’orto
da quando tuo padre non fa più l’orto.

L’amaro col ghiaccio è per allungare
il tempo, abituarsi alla nostalgia.

Poi tutti salgono sull’auto che hanno.

Verso casa i commenti concludono
che in fondo noi siamo meglio degli altri.

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