mercoledì 31 ottobre 2012

da "Ai poeti" di Emanuel Carnevali

Una poesia da #12

Il mio incontro con la prosa e la poesia di Emanuel Carnevali passa per Emidio Clementi e i Massimo Volume: anno 1995, album Lungo i bordi, la canzone "Il primo dio" (sotto vi rimando al video). Poco dopo, in una libreria trovai una copia assai malandata de Il primo dio (Adelphi, 1978, ancora reperibile). In seguito anche Fazi fece qualcosa di quest'autore (Racconti di un uomo che ha fretta). Da un paio d'anni il vero lavoro di riproposta di questo autore fiorentino va registrato dalle parti di Pistoia, in quelle edizioni Via del Vento che come un largo ombrello riparano spesso dalle piogge dell'oblio. Chi la conosce sa che parliamo di una casa editrice perfettamente in tema con questo blog (tutti libri brevi, brevissimi) e costantemente attiva nella riscoperta di testi inediti o rari. Sfogliate il catalogo, dove ogni libro costa 4 euro, e allora capirete; pensate soltanto, per citare un esempio, al Georg Heym che ha recentemente proposto per la cura di Claudia Ciardi, traduttrice che a breve risponderà su queste pagine ad un'intervista. Heym è un autore inspiegabilmente trascurato, così come il suo illustre curatore italiano Paolo Chiarini, tra i massimi esperti italiani di Espressionismo tedesco, scomparso soltanto due mesi fa.

Tra i libri della casa editrice ritroviamo ben tre titoli dedicati a Emanuel Carnevali: Il bianco inizio e altre prose memorabili, Corteo di personaggi a Villa Rubazziana e il recentissimo Ai poeti. Credo ritorneremo almeno su uno dei primi due titoli (prosa), ma vorrei iniziare dalla poesia e dall'ultimo titolo menzionato, una selezione di diciotto testi che esce in questi giorni per la cura e traduzione di Elio Grasso, in occasione del settantesimo anniversario della scomparsa (Manuel Carnevali era nato nel 1897 a Firenze e morì nel 1942 strozzato da un boccone di pane, dopo una lunga sofferenza per encefalite letargica, manifestatasi già nel 1922).

Ciò che spesso ricordiamo di Carnevali è legato all'emigrazione in America nel 1914, all'inglese imparato per la strada o sulle insegne, svolgendo i lavori più disparati e che divenne la lingua della sua scrittura. Molte le etichette e i nomi che si spendono, da "maledetto" a "black poet", a erede di una linea che passa per Rimbaud e Dino Campana, rafforzata dalla stima di cui beneficiò in vita (Kay Boyle, Robert McAlmon e Ezra Pound su tutti). Ma proprio come spesso accade con questi aloni, non è cosa nociva ritornare semplicemente ai testi, coadiuvati da iniziative editoriali puntuali, come queste delle casa editrice pistoiese (Ventus taedium fugat il bellissimo motto). In fin dei conti, non bisogna dimenticare che con Carnevali l'Italia ha una testa di ponte importante nel movimento modernista americano che annovera autori come Waldo Frank, Carl Sandburg, Ernest Walsh e Williams Carlos Williams.

 













QUASI UN DIO


Sto morendo alla mercé di questo caldo
ma potrebbe esser peggio.

Amo mia moglie
ma dovrei amarla di più

Amo la mia ragazza ma il suo amore dovrebbe essere più universale.
Soltanto una parola la descrive ma non so quale sia.

Tutto è più breve di qualcos'altro:
tutto è più uguale a Dio di qualcos'altro.

C'è competizione nel caos,
una cosa molto stupida.

Sono dubbioso come un ramo di salice
che curvo ammicca all'acqua.

Ammiro il diavolo perché lascia le cose incompiute.
Ammiro Dio perché tutte le completa.


(Ottobre-Dicembre 1931)


ALMOST A GOD

I am dying under this heat
but there may be worse.

I love my wife
but I should love her more.

I love my sweetheart but her love should be more universal.
One word describes her but I do not know which word.

All shorter than something else:
All is more God-like than something else.

There is competition in the chaos,
which is very foolish.

I am in doubt as a bent willow branch
nodding to the water.

I admire the devil for he leaves things unfinished.
I admire God for he finishes everything.



Come anticipato, permettetemi questo rimando musicale, visto che la "riscoperta" di Emanuel Carnevali deve molto anche alla musica dei Massimo Volume e a questa canzone "culto" in particolare.



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