martedì 18 agosto 2015

"La canzone teatrale di Piero Ciampi. Congetture e conversazioni sul poeta cantautore livornese" di Eugenio Ripepi

Musicali pretesti #7

Di tanto in tanto, una notizia su un libro e un brano da ascoltare, al libro collegato.

Eugenio Ripepi ha da poco pubblicato per Zem edizioni La canzone teatrale di Piero Ciampi. Congetture e conversazioni sul poeta cantautore livornese (pp. 122, euro 12). Il libro raccoglie diversi contributi, primo fra tutti quello di colui che riconobbe nel cantautore livornese il “più poeta di tutti noi", ovvero Gino Paoli. Vi troverete poi i pensieri di Enrico De Angelis, Gian Piero Alloisio, Nada, Giuseppe De Grassi, Gianmaria Testa, Max Manfredi, Pino Pavone e Arnaldo Bagnasco. Il volume si propone di analizzare l'aspetto letterario di Ciampi e, sin dal titolo, vira fortemente verso il teatro. Il libro si pone con delle congetture, come se quest'ipotesi teatrale di fondo fosse ancora tutta da dimostrare. Non è facile, non so nemmeno se sia necessario. La contiguità fra teatro e canzone è stata sancita nella formula gaberiana di teatro-canzone (più chiaro di così). Ciampi non è estraneo a questo ma resta un artista che si libera continuamente di qualsiasi briglia. Poeta, certo, anche. Cantautore, sì, come no. Ciò che lo fa grande è arrivare veloce come la luce, intenso e spiraliforme come il tungsteno di una lampadina, secco come una pacca tra le scapole di chiunque voglia aprirsi alle sue canzoni. Quale canzone scegliere allora? Questa, tra molte altre possibili.


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