venerdì 27 marzo 2015

"Appénna ammattìta" di Caterina Saviane nella collana poeti.com di nottetempo

Nella collana in ebook poeti.com diretta da Maria Pace Ottieri e Andrea Amerio esce Appénna ammattìta di Caterina Saviane (in edizione cartacea a tiratura limitata dal 13 febbraio 2015 pp. 64, euro 7.00; in ebook euro 3,99). L'autrice, figlia del giornalista "desnudante" Sergio, morì di overdose a trentun'anni nel 1991. Altro suo libro fu Ore perse. Vivere a sedici anni,  edito nel 1978 da Feltrinelli nella collana Franchi Narratori (su tale collana vorrei rimandare a questo interessante documento messo a disposizione nel sito da Oblique Studio). Il libro di cui intendo dar notizia era uscito negli anni Ottanta in un'edizione privata. A metà dei quel decennio, arrivò per Caterina l'attenzione di Andrea Zanzotto, che avvertì in questi versi un "movimento ciclonico". (Sia detto per inciso che, al di là del cognome portato da Caterina, sicuramente in vista grazie alla notorietà del padre, era per Zanzotto pratica quotidiana, gesto e postura gratuita, prestare ascolto a quei giovani autori che si rivolgevano a lui per un parere o magari con una telefonata, un'adesione quotidiana a un dialogo, talvolta anche scherzoso e sempre vivace, sulla scrittura e il presente, nel quale Zanzotto attivava il proprio radar e le proprie antenne. Non mi pare sia caratteristica riscontrabile in tanti altri scrittori più o meno affermati di oggi.) Della nota introduttiva di Maria Pace Ottieri ho trovato utile questo stralcio, dove si riporta sostanzialmente un altro commento critico:

«La sua è una poesia antilirica, razionale, in cui logica e consequenzialità convivono con un forte senso della musicalità e del ritmo», scrive Luisa Vecchi a cui si deve l’edizione privata delle poesie. «Di qui l’uso ripetuto della lineetta tra parole e sillabe, per scandire suoni e significati. Il metro tradizionale a cui Caterina rende omaggio nelle ottave dei poemetti (la misura lunga è congeniale alla sua tempra di narratrice), nelle stanze delle canzoni sghembe è compresso e dilatato con spavalda irriverenza, le parole sono scavate, torturate, frammentate, si spezzano continuamente in sillabe e si ricompongono, mentre gli accenti battono ritmi incalzanti. Poi si aprono improvvise distensioni (“Oh, kamikaze Farfalle | scappavate fatali | contro ceco clan clan | clan clan | clan destine”), pause temporanee al concitato, incessante colloquio con la poesia che percorre tutta la raccolta».

Il modo migliore per tornare a frequentare la poesia di Caterina Saviane è forse darne un assaggio, rimettere in giro qualche suo verso, per il lettore di poesia o anche per i molti lettori del fortunato romanzo feltrinelliano, che magari ricordano il nome di Caterina Saviane.


[Tale avventura – una paura spinge]


1

Tale avventura – una paura spinge
sulle tempie gravide è il sudore
antico – d’un antico odio:
anima mia non t’incanaglire nella
spiegazione di questa terra fredda:
ormai
anima mia, discola, tenera, paurosa!

2

Atti pensati – a caldo
rivelati all’alba umida del – nulla
a cui attendevo seduta (o in piedi)
davanti a un foglio (piccola penna)
attendevo inutilmente il sole – promessa
per certe idee di ieri, altrimenti oggi
pensieri.

3

Non basta la paura – ma
davanti all’eventualità d’un gesto
giammai sarei un eroe – né il resto.
Quale eroismo nella viltà di un verso
nell’enfasi di un dio-parole
come divinità in esilio – salvarle
per poi restituirle all’eventualità
di un gesto.

4

Se non capìta – perché verso
guardarmi? Vostro unico istinto
in questo mondo pronto all’attacco
– goliardo, sempre in agguato –
accanito contro di me – verso
il mio incosciente sguardo diverso.

5

Talento immeritato – il nostro
anche nascere ricco – fin dalla culla
ricco dell’omertà
o del valore stesso di domani.

6

Il nostro bacio supera l’incontinenza
del tuo sonno – la casualità del mio
sporadico e forse peggio:
perciò nell’antico sogno ci addentriamo
per quanto esso sia novo – come lo stile
come il presente tempo.

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