martedì 7 ottobre 2014

da "Andremo a rubare in cielo" di Patrick Kavanagh

Una poesia da #44


Andremo a rubare in cielo. Titolo bellissimo per l'unico libro di poesia di Patrick Kavanagh oggigiorno disponibile in Italia, un'antologia dei suoi snodi poetici. Lo trovate in catalogo delle edizioni Ancora (pp. 128, euro 12, a cura di Saverio Simonelli). L'incontro con la poesia di quest'altro grande irlandese del Novecento, vissuto fra il 1904 e il 1967, è avvenuto per me grazie a una pubblicazione della udinese Forum, un libro più cd nel quale Pierluigi Cappello compiva il suo florilegio e lettura da William Shakespeare, Carlos Montemayor, Arthur Rimbaud, Vicente Aleixandre, Giorgio Caproni e Patrick Kavanagh. Questo per dire che se da cosa nasce cosa, da libro può nascere libro. Pur essendo tra i grandi nomi della poesia irlandese del secolo scorso, Kavanagh ancora non ha conosciuto una grande sorte di traduzioni in italiano. Diciamo pure che dopo Yeats, ed escludendo i casi di Heaney e Muldoon, la vicina poesia irlandese del Novecento non ha conosciuto grandi spazi di frequentazione da noi. Chissà se è perché chi è interessato la legge dall'originale. Non credo. Penso in realtà più a coloro che nell'ambito dell'editoria poetica fecero "per viltade il gran rifiuto" e abdicarono una volta per tutte alla propria funzione di dotare le librerie italiane e i lettori di poesia (che esistono!) di un certo percorso e direzione nella scelta e nella proposta di testi poetici stranieri in traduzione, vittime della presunzione di sapere che la poesia non interessa e non vende (e allora perché trascinarsi stancamente in un'impresa non redditizia?). Non so se nemmeno questo sia vero. A giudicare dai post di questo blog, noto che quelli più ricercati sono proprio quelli che hanno a che fare con la poesia. Ma probabilmente questo non fa testo e non è sintomo di nulla. Vi lascio alle parole di Kavanagh tradotte da Saverio Simonelli. Buona lettura.


EPIC


I have lived in important places, times 
When great events were decided: who owned 
That half a rood of rock, a no-man's land 
Surrounded by our pitchfork-armed claims.
I heard the Duffys shouting "Damn your soul" 
And old McCabe stripped to the waist, seen 
Step the plot defying blue cast-steel - 
"Here is the march along these iron stones."
That was the year of the Munich bother. Which 
Was most important? I inclined 
To lose my faith in Ballyrush and Gortin 
Till Homer's ghost came whispering to my mind. 
He said: I made the Iliad from such 
A local row. Gods make their own importance.


EPICA


Ho vissuto in luoghi importanti, in tempi

In cui si sono decisi grandi eventi: chi fosse il proprietario
Di quel mezzo miglio di roccia, una terra di nessuno
Circondata dalle nostre rivendicazioni armate di forcone.
Ho sentito i Duffy esclamare "al diavolo la vostra anima"
E il vecchio McCabe, l'ho visto a torso nudo,
Entrare nel campo sfidando il blu del duro acciaio -
"Qui si passa, tra questa terraglia!"
Quello era l'anno del tumulto di Monaco. Cosa
Fu più importante? Ero quasi propenso
A perdere la fede in Ballyrush e Gortin
Finché non venne il fantasma di Omero a sussurrarmi in cuore:
Ho fatto l'Iliade a partire
Da una simile rissa locale. Sono gli Dei che fanno la differenza.

1 commento:

  1. ...I made the Iliad from such/
    A local row. Gods make their own importance.

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