mercoledì 24 ottobre 2012

La "Great Ideas Series" di Penguin: l'arte tipografica veste i classici formato breve

Monografie collane micro #7

Stavolta perlustriamo un po' l'editoria fuori dai confini. Lo conoscete tutti il pinguino qui accanto? Penso di sì, visto che si tratta dell'emblema della casa editrice più nota al mondo (non ho dati certi, ma credo di non sbagliare se la definisco così). Penguin ha fatto scuola, in molti sensi: per gli autori, per le antologie, per i paperback, per la grafica editoriale iconica. Con la "Great Ideas Series", una collezione di classici "brevi", in vendita all'altrettanto iconico prezzo di £ 4,99, ha semplicemente dimostrato una volta ancora le infinite risorse dell'arte tipografica nella creazione delle copertine. Potete capirlo facilissimamente nella pagina dedicata nel sito di Penguin, navigando tra le cinque serie di testi sinora pubblicati. L'artefice è un grande della progettazione grafica, David Pearson, il quale stavolta sembra essersi superato in un progetto dalle premesse nient'affatto facili: vestire una collana di piccoli libri di nomi arcinoti quanto ingombranti (e forse, alla fine, poco letti) e contraddistinta dal nome semplice e complesso di "Great Ideas". Sono copertine eccezionali, efficaci, e bisogna riconoscere che non è mai facile innescare un'idea grafica che dia vita a centinaia di copertine del genere, tutte legate ma tutte con una grande e profonda autonomia.

Prendete ad esempio The Work of Art in the Age of Mechanical Reproduction di Benjamin, quella di Sun-Tzu o di The Myth of Sisyphus di Camus, o quella grandiosa di On Liberty di Stuart Mill. Sono copertine che fanno sorridere, per quell'intuizione di fondo davvero "smart" che racchiude però decenni di riflessione grafica e secoli di cultura tipografica. Notate infine anche l'intelligente uso del colore, a contraddistinguere ciascuna delle cinque serie finora uscite. Non vi resta altro che perdere dolcemente qualche minuto navigando qui (se girate in una libreria italiana ben fornita vi accorgerete di quanti editori nostrani le stanno imitando).












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